Ieri sera, al Teatro Testoni, si è svolta la cerimonia di consegna della terza edizione del Premio Luciano Calanchi e Adriano Turrini per la cultura cooperativa, promosso da Legacoop Bologna, Fondazione Barberini e Fondazione Unipolis, con il patrocinio di Comune e Città Metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna. Una serata intensa, chiusa con la messa in scena de L’Indispensabile, la nuova produzione de La Baracca – Testoni Ragazzi.
Il premio, dedicato a due figure che hanno rappresentato la cooperazione come pratica quotidiana di democrazia, sostiene giovani studiosi capaci di interrogare il presente e, soprattutto, ciò che ci ostiniamo a chiamare futuro.
I vincitori 2025
La commissione ha assegnato i tre riconoscimenti, per complessivi 23.000 euro, a lavori che affrontano nodi cruciali del nostro tempo: sostenibilità ambientale, piattaforme digitali e natura del lavoro cooperativo.
Sono stati premiati:
-
Francesca Gabbriellini (Unibo) – Emilia verde. La cooperazione di consumo e le sfide della questione ambientale (1983-1996)
Un’analisi storica che mostra come l’impegno ecologico cooperativo fosse tutt’altro che un vezzo “di moda”. -
Laura Eccher (GSSI) – Intercooperation versus Scaling: Rethinking Mushrooming in the Cooperative Movement through Digital Platforms
Una ricerca che esplora la crescita delle piattaforme cooperative attraverso l’intercooperazione internazionale. -
Tommaso Malpensa (Unibo) – Il concetto di mutualismo e il trattamento economico del socio lavoratore di cooperativa
Uno studio che restituisce attualità alla capacità del modello cooperativo di proporre un’idea di lavoro dignitosa e non subordinata agli algoritmi.
Un’eredità viva
Come ha ricordato la presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini, i lavori premiati «non sono semplici esercizi accademici, ma strumenti per leggere i punti ciechi della contemporaneità».
Un modo concreto per mantenere vivo l’insegnamento di Luciano Calanchi e Adriano Turrini, cooperatori che hanno sempre guardato avanti senza perdere radici e senso del limite.
Una serata che ha premiato idee, studio, dedizione e guidata da una certa ostinazione cooperativa che crede ancora che con il sapere condiviso si possa ancora cambiare un po’ di mondo.

