I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''Il riscatto. L'Italia e l'industria internazionale'' di Nino Beccalli Falco e Antonio Calabrò
Per il ciclo “Uscite (possibili) dal tunnel”, “I pomeriggi della Fondazione Barberini” propongono un libro sull’industria e l’economia manifatturiera, e la loro importanza per il nostro Paese. Mercoledì 5 dicembre, alle ore 18, alla Libreria Coop Zanichelli di piazza Galvani 1/H, a Bologna, il direttore della Fondazione Pirelli Antonio Calabrò (già direttore editoriale del Gruppo Il Sole 24 ore, e vicedirettore del quotidiano) dialoga sul suo ultimo libro, Il riscatto, con l’economista Franco Mosconi (professore di Economia industriale all’Università di Parma).
Alto debito e basso tasso di crescita: sono questi i mali dell’economia nazionale. A cui sembra difficile trovare una cura risolutiva. Lo stato di salute dell’azienda-Italia è tracciato all’interno di un documentatissimo libro di Nani Beccalli Falco e Antonio Calabrò: Il riscatto. L’Italia e l’industria internazionale (Università Bocconi editore). L’Italia arranca; scoprire le ragioni di questo scarso appeal significa fare l’elenco di tutti gli ostacoli che frenano lo sviluppo: dalle inefficienze della pubblica amministrazione al deficit (soprattutto in certe regioni) infrastrutturale (sia di strutture materiali che immateriali), dalla farraginosità del mercato del lavoro al malfunzionamento della giustizia, dalla pervasività della criminalità organizzata ai condizionamenti della politica, dalla complessità del sistema fiscale agli alti costi dell’energia. Ma a bloccare la crescita sono anche l’ingente debito pubblico, l’evasione fiscale a livelli record, i ritardi sul fronte formazione-istruzione, i corporativismi, la mancanza di meritocrazia, l’elevato costo del lavoro (accompagnato a salari bassi) e via via discorrendo. Il libro affronta ogni aspetto, con tanto di cifre, valutazioni puntuali. Ma allora è tutto perduto? Secondo gli autori no, l’Italia ce la può ancora fare. Posto che la risposta alla crisi non è in capo ai singolo Paesi, ma semmai evidenzia la necessità di dar vita a un nuovo modello di sviluppo e di ripensare ai rapporti tra l’Occidente e le nuove potenze mondiali (i cosiddetti Bric: Brasile, Russia, India, Cina), Beccalli Falco e Calabrò sostengono che bisogna mettere mano alle riforme e agli ammodernamenti del caso (in materia di mercato del lavoro, fisco, giustizia, burocrazia…) e tornare alla “fabbrica”. Ma si tratta di una fabbrica radicalmente diversa rispetto al passato. Officina e laboratorio di ricerca, linea di costruzione e reparti di sperimentazione, uffici tecnici e studi comuni con le università. Punto cardine di una serie di servizi collegati, dalla logistica alla finanza d’impresa, dalla pubblicità al diritto degli affari, sino al mondo delle consulenze specializzate, il ‘popolo della partite Iva’ qualificate che sono parte essenziale di un tessuto di competenze e sostegno alla produttività. L’Italia deve, insomma, riscoprire l’antica sapienza manifatturiera e il gusto estetico che sono nel suo dna.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''Senza alibi'' di Marco Simoni (Marsilio)
L'autore dialoga con Salvatore Vassallo e Tommaso Nannicini
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''Uscire dalla crisi'' (il Mulino) di Giulio Napolitano
Lunedì 12 novembre 2012, a Bologna, presso la Libreria Coop Zanichelli di piazza Galvani 1/H, alle ore 18, si terrà la presentazione del libro curato da Giulio Napolitano (professore di Diritto pubblico all’Università di Roma Tre e alla School of Government della Luiss), “Uscire dalla crisi” (il Mulino), una interessante raccolta di saggi di giuristi ed economisti sul tema delle trasformazioni istituzionali e delle politiche pubbliche da perseguire per superare l’impasse dell’Unione Europea e la condizione critica del nostro Paese. Il volume viene dibattuto, insieme all’autore, dallo storico della politica Paolo Pombeni e dal giurista Marco Cammelli dell’Università di Bologna. Si tratta del primo incontro del ciclo di novembre-dicembre 2012, organizzato dalla Fondazione Ivano Barberini, intitolato “Uscite (possibili) dal tunnel…” della crisi e della recessione. Per chi fosse interessato ad approfondire le tematiche del volume, proponiamo il link alla recensione (esaustiva e molto analitica) scritta dall’economista Franco Mosconi dell’Università di Parma per il quotidiano “Europa” (pubblicata l’11 settembre 2012).
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
Il Manifesto capitalista. Rifondare il capitalismo a favore dei cittadini di Luigi Zingales I pomeriggi della Fondazione Barberini ospitano, in occasione dell’uscita italiana del suo ultimo libro, uno dei più prestigiosi economisti internazionali, Luigi Zingales. Martedì 25 settembre, alle ore 18,30, presso la Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via Orefici, 19), Luigi Zingales presenterà il suo nuovo volume, il Manifesto capitalista. Rifondare il capitalismo a favore dei cittadini (Rizzoli). Zingales, professore all’Università di Chicago, membro del board di istituzioni e società tra le più importanti, firma del quotidiano Il Sole 24 Ore e punta di diamante del pensiero liberista internazionale, racconterà la sua idea di capitalismo, in un appuntamento organizzato dalla Fondazione, in conformità con l’idea di apertura e confronto (e di interesse e curiosità per la “battaglia delle idee”, di segno anche differente dalla propria ispirazione di fondo e tradizione), che caratterizza la sua programmazione e le sue attività. Chi e perché ha veramente causato la crisi finanziaria? Soprattutto, come si può risolvere un problema di contrazione dell’economia che non è contingente ma strutturale? Luigi Zingales difende l’idea originaria del mercato come regno delle opportunità e della produzione di ricchezza, al servizio dei cittadini e dei consumatori, contro il capitalismo dei monopoli, delle lobby, della finanza irresponsabile, che fa pagare all’intera comunità i disastri che ha provocato. Di fronte a questa deriva dice di essere arrabbiato e spaventato: “Arrabbiato perché l’idea di un mercato libero è stata presa in ostaggio dal mondo degli affari e dai suoi interessi, alterando l’equilibrio democratico. Spaventato perché sull’onda di un risentimento del tutto giustificato, si rischia di imboccare una via che porterà alla fine del capitalismo come lo conosciamo. Un sistema che, con tutti i suoi difetti, offre pur sempre le migliori opportunità al maggior numero di persone.” Ecco perché Zingales sostiene con forza l’esigenza di promuovere il merito, potenziando le autorità antitrust e la qualità dell’istruzione, proprio per diffondere il più possibile il benessere. Il suo libro vuole essere un appello per rifondare il capitalismo, rendendolo più giusto, più umano e più efficiente.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
Presentazione del libro “E se lavorassimo troppo”? alla Libreria Ambasciatori il 5 giugno 2012
Nuovo appuntamento della Fondazione Ivano Barberini sui temi del lavoro, e delle sue trasformazioni nella nostra epoca postfordista. Martedì 5 giugno, per “I pomeriggi della Fondazione Barberini”, alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via Orefici) alle 18, si terrà la presentazione del libro di Nicola e Marco Costantino, “E se lavorassimo troppo?” (edito da Donzelli), a cui parteciperanno, come discussant, i professori Luigi Golzio (Università di Modena e Reggio Emilia) e Roberto Rizza (Università di Bologna). Il volume è un’interessante indagine sul mondo del lavoro e sull’evoluzione del rapporto tra il sistema di produzione capitalistico e il più importante dei fattori produttivi, l’uomo che prende le mosse dalle parole di alcuni grandi pensatori del Novecento e ruota intorno ad un’accurata analisi della situazione del mercato del lavoro negli ultimi due secoli. Il progresso tecnologico e la crescente globalizzazione dei mercati hanno provocato enormi incrementi di efficienza produttiva, molto superiori a quello demografico. Quest’ultimo, tuttavia, secondo i due autori, non sempre ha determinato un aumento del benessere degli individui. La “mano invisibile” del mercato tende, paradossalmente (ma non troppo), a trasformare lo sviluppo tecnologico in incrementi nell’offerta da una parte, e in disoccupazione dall’altra, anziché in tempo libero e qualità della vita dei lavoratori. A livello macroeconomico, ciò si traduce nella rincorsa sfrenata al Pil e al profitto, a discapito della sostenibilità sociale, ambientale e perfino economica del sistema: la sovrapproduzione richiede infatti un sostegno alla domanda che passa attraverso l'indebitamento e la finanziarizzazione dell'economia, preludio delle sempre più gravi crisi che hanno sconvolto l’economia globale negli ultimi anni. La soluzione, secondo Nicola e Marco Costantino (padre e figlio, rispettivamente rettore del Politecnico di Bari e membro per la Regione Puglia dello staff di “Bollenti Spiriti”, il programma regionale delle politiche giovanili), passa attraverso un sistema economico più etico e sobrio che, privilegiando la persona, rispetto al lavoratore-consumatore, e prendendo a esempio i migliori riusciti esperimenti di economia sociale (dal commercio equo e solidale alla finanza etica), sia in grado di produrre “valore a mezzo di valori”. Un’altra economia, in realtà, sarebbe ampiamente possibile, senza nessuna utopistica fuoriuscita dal mercato.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''L'inverno di Monti. Il bisogno della politica'' di Giulio Sapelli
Giovedì 3 maggio 2012, alle ore 18.00, alla Libreria Coop Statale di Milano (via Festa del Perdono) per "I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini", presentazione del libro L’inverno di Monti di Giulio Sapelli
Un libro che si interroga su cosa sta accadendo nella politica italiana con il “montismo”; un testo forte e che sta facendo discutere, che verrà presentato a Milano, alla Libreria coop Statale di via Festal del Perdono, il 3 maggio alle ore 18, dall’autore insieme a uno dei padri della comunicazione politica italiana, Stefano Rolando, allo storico Paolo Borioni e al noto politologo (e già direttore della rivista il Mulino) Piero Ignazi. Più che l’autunno shakespeariano del nostro scontento, per lo storico (e manager pubblico) Giulio Sapelli è arrivato l’inverno montiano (del nostro rigore). Nel suo L’inverno di Monti (Guerini e Associati), lo studioso rilegge l’ultimo ventennio, nel corso del quale mentre la Germania – per effetto del crollo dell’Urss e dell’impressionante produttività del suo lavoro – modellava su di sé l’Unione europea, l’Italia mandava al potere un’alleanza politica neo-populista e antitedesca, sorretta dalle piccole imprese (che si erano arricchite con la svalutazione competitiva della lira), dal lavoro autonomo e da quello nero. A cui si è contrapposto un blocco di “poteri forti” (le poche grandi banche e grandi imprese), perfettamente inserito nei network internazionali generati dall’unificazione monetaria, e sostenuto da Pd e Terzo polo. Ed ecco il significato autentico dello scontro di questi anni tra Berlusconi (spalleggiato da Bossi) e Prodi, fino all’attacco speculativo dei mercati che ha indotto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a chiamare Mario Monti. Ovvero, la «quintessenza della morte dell’ideologia», che ha generato una “dittatura romana” di tipo tecnocratico-parlamentare, dalla quale sono proprio i partiti che la sostengono ad avere tutto, ma proprio tutto, da perdere, a giudizio di Sapelli. Insomma, un testo che darà “fuoco alle polveri” per riflettere sui cambiamenti che ci attendono nel nostro sistema politico dei prossimi anni.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''Buon lavoro'' di Carlo Borzaga e Francesca Paini
La cooperazione sociale al centro dell'iniziativa de I pomeriggi della Fondazione Barberini di venerdì 13 aprile. La Fondazione Ivano Barberini offre un nuovo appuntamento su uno dei filoni al centro del proprio lavoro e della propria ricerca e, venerdì 13 aprile, alle ore 18, alla Libreria Coop Ambasciatori presenta il libro Buon lavoro di Carlo Borzaga (uno dei maggiori studiosi italiani di economia cooperativa, professore all'Università di Trento e presidente di Euricse - European Research Institute on Cooperative and Social Enterprises) e di Francesca Paini (cooperatrice), edito da Altreconomia. A discuterne con il prof. Borzaga saranno Alberto Alberani (responsabile Coop Sociali e Area Welfare Legacoop Emilia-Romagna) e Teresa Marzocchi (assessore Promozione politiche sociale e di integrazione della Regione Emilia-Romagna).
Un libro che racconta 20 anni di cooperazione sociale in Italia attraverso 20 storie esemplari, con un punto fermo: le cooperative sociali sono risposte efficaci e spesso innovative a profondi bisogni sociali. I vent’anni trascorsi dall’approvazione della legge sulla cooperazione sociale rappresentano un’importante occasione per guardare a un’esperienza di innovazione sociale di lungo periodo e, al tempo stesso, per cogliere gli elementi di valore economico, sociale e occupazionale che sono stati generati nel corso del tempo. Sono elementi da valorizzare ulteriormente per far fronte a una fase difficile che investe la società italiana nel suo complesso e anche la stessa cooperazione sociale che è chiamata a rinnovare la propria missione di servizio all’interesse generale della comunità. Buon lavoro si apre con la prefazione di Elinor Ostrom, prima donna a ricevere, nel 2009, il Premio Nobel per l’economia, che spiega l’importanza della partecipazione attiva dei cittadini alle economie pubbliche locali e contiene contributi di Felice Scalvini, tra i padri della legge 381/91, e di Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà. Carlo Borzaga, tra i massimi esperti di cooperazione sociale in Italia, descrive passato, presente e futuro di un fenomeno che conta 14mila aziende, 317mila lavoratori e 4,5 milioni di cittadini che usufruiscono dei loro servizi per l’assistenza, l’educazione, la sanità e l’integrazione lavorativa.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''Euro in bilico'' di Bruno Amoroso
Martedì 6 marzo 2012, alla Libreria Ambasciatori di Bologna, alle ore 18, nell’ambito de “I Pomeriggi della Fondazione Barberini”, Bruno Amoroso presenta il libro Euro in bilico (Castelvecchi editore) in dialogo con Franco Mosconi.
Un testo che sta facendo discutere per la critica molto severa nei confronti del progetto che ci ha condotto alla moneta unica. La Fondazione Barberini invita a ragionare sulle tesi di un economista durissimo con il “pensiero unico” neoliberista.
Dieci anni dopo l’introduzione della moneta unica, l’Italia e parte dell’Unione Europea sono sull’orlo del dissesto economico mentre i paesi che conservano le valute originarie accrescono la propria ricchezza. Tornare al passato è la migliore soluzione? All’alba del nuovo millennio le ambizioni economiche del Vecchio Continente risuonavano come una rivoluzione. Dieci anni fa nasceva, infatti, l’Euro. La nuova moneta veniva introdotta con l’obiettivo di unificare le valute nazionali dei Paesi aderenti all’Euro-zona e di coordinarne le politiche monetarie. Doveva servire anche a garantire la crescita e l’occupazione, per il raggiungimento della coesione sociale e territoriale dell’Unione, e a proteggere le singole economie dalle speculazioni finanziarie. Grandi aspettative, appunto, che dopo un decennio non hanno dato i risultati sperati: i Paesi che hanno adottato l’Euro mostrano un ritardo nella crescita economica rispetto a quelli che hanno mantenuto la sovranità monetaria nazionale. Inoltre, in tutta l’area, lo sviluppo è stato fortemente diseguale e aggravato da tensioni sociali, ultima quella greca. La prospettiva adesso è completamente diversa da allora. Ci si interroga sul destino della moneta unica, in un momento storico in cui l’economia italiana e dell’intera Unione Europea sta rischiando il tracollo. Bruno Amoroso, economista di fama internazionale, per lungo tempo stretto collaboratore di Federico Caffè, ricostruisce le cause che hanno condotto al crack finanziario. Un testo che non cavalca la forte ondata di euroscetticismo, ma traccia soluzioni alternative, a giudizio dell’autore decisamente percorribili.
BRUNO AMOROSO (Roma, 1936). E’ docente di Economia Internazionale e dello Sviluppo presso l’università Roskilde, in Danimarca, coordina programmi di ricerca e cooperazione con i Paesi dell’Asia e del Mediterraneo e presiede il Centro Studi intitolato a Federico Caffè, di cui è stato allievo e stretto collaboratore. Tra i suoi libri: Della Globalizzazione (1996), Derive e destino dell’Europa (1999), Europa e Mediterraneo, le sfide del futuro (2000), La stanza rossa, riflessioni scandinave di Federico Caffè (2004), Per il bene comune, dallo stato del benessere alla società del benessere (2009).
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''Non ci resta che crescere'' di Tommaso Nannicini
Mercoledì 22 febbraio 2012, alla Libreria Ambasciatori di Bologna (via orefici, 9), alle ore 18,30, presentazione del libro NON CI RESTA CHE CRESCERE. Riforme: chi vince, chi perde, come farle (edito da Università Bocconi editore), per la cura di Tommaso Nannicini. Intervengono alcuni degli autori: gli economisti Andrea Ichino, Filippo Taddei e Giulio Zanella. Mai come in questa fase storica i costi delle mancate riforme in Italia si fanno sentire, ma si continua a parlare di riforme per poi fare poco o nulla. Esiste però un insieme di cittadini pronti a sostenere un programma di cambiamento, opposti alla difesa di rendite non più sostenibili, che andrebbe mobilitato a sostegno delle riforme da realizzare. Riforme illustrate e spiegate nel nuovo volume sulle riforme necessarie in Italia che si distingue proprio per l’enfasi data al come farle, facendo leva, come spiega Nannicini, sugli interessi che ne trarrebbero beneficio, dai giovani alle donne agli imprenditori, e arginando gli ostacoli che hanno finora frenato le riforme: le difese corporative e i ritardi culturali (come l’opposizione preconcetta alle nozioni di valutazione e mercato). La ricetta? Concentrarsi su come fare le riforme necessarie per rimettere in moto l’economia, tenendo conto delle caratteristiche del campo politico e individuando gli interessi che trarrebbero beneficio dalle riforme, mobilitandoli politicamente e dandogli voce, soprattutto i giovani sul cui protagonismo politico qualsiasi programma di riforme deve puntare.
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''Scienza quindi democrazia'' di Gilberto Corbellini
Martedì 21 febbraio 2012, alla Libreria Ambasciatori di Bologna, alle ore 18, per I Pomeriggi della Fondazione Barberini Gilberto Corbellini presenta il suo libro Scienza quindi democrazia (Einaudi) insieme allo storico Paolo Pombeni. Insieme all'economia di mercato e alla democrazia – questa è la tesi del libro su cui si è molto dibattuto – la scienza ha dato vita a un sistema che produce benessere e libertà, riduce le disuguaglianze e diffonde la razionalità: i criteri cognitivi e morali del metodo scientifico hanno favorito la convivenza civile. Corbellini ripercorre vari passaggi della storia politica e scientifica del mondo moderno e contemporaneo per dimostrare l’intreccio ineliminabile tra queste due preziose invenzioni made in Occidente.
I Pomeriggi della Fondazione Barberini
''La voragine'' di Paolo De Ioanna e Marcello Degni
Venerdì 17 febbraio, alle ore 18, alla Libreria Ambasciatori di Bologna, nell’ambito de “I pomeriggi della Fondazione Barberini”, presentazione del libro di Paolo De Ioanna e Marcello Degni, La voragine. Inghiottiti dal debito pubblico (Castelvecchi), che converseranno con Silvia Giannini.
SI CHIEDONO SACRIFICI GRAVI E IN TEMPI STRETTI PERCHÉ DA QUESTI POI VERRÀ LA CRESCITA ECONOMICA. La ricetta è quella che la politica ripropone ogni volta, ma spesso con scarsi risultati. Il debito italiano è tra i più alti del pianeta e le conseguenze ricadono sempre e solo sulle classi sociali meno abbienti, mentre i governanti sono liberati da ogni responsabilità politica perché sono i mercati finanziari a chiedere e l’Europa a eseguire. L’Unione europea ha, infatti, sacrificato la sovranità dei suoi cittadini più deboli in Grecia, in Portogallo, in Spagna e ormai anche in Italia alle richieste delle agenzie di rating, i cui verdetti offrono alle istituzioni uno straordinario alibi per la loro irresponsabilità. Le prime mosse del governo Monti non sembrano andare verso la direzione sperata. Le lobby resistono alla manovra e rimane un deficit di equità che ne indebolisce l'intero impianto. Predomina il rigore mentre lo sviluppo deve ancora dispiegarsi. E mentre regna la confusione sulle scelte di bilancio, il cancro del debito pubblico divora la solidità del Paese ripercuotendosi anche sulla stabilità democratica.
Il debito pubblico (come quello privato) è un po’ come il colesterolo: c’è quello cattivo e quello buono. Il primo è quello che ha superato il limite di guardia, che ha una scadenza molto ravvicinata nel tempo, che è nelle mani di creditori poco accomodanti.
MARCELLO DEGNI è economista esperto di finanza pubblica e di procedure di bilancio. Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica.
PAOLO DE IOANNA è consigliere di Stato dal 2001. È stato capo gabinetto del ministro del Tesoro Carlo Azeglio Ciampi, segretario generale della presidenza del consiglio del governo D’Alema e capo gabinetto del ministro dell’Economia e delle finanze Padoa Schioppa.