I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
Radici profonde, sguardo lontano di Gian Carlo Muzzarelli
Giovedì 1 dicembre, alle ore 18, per "I pomeriggi della Fondazione Barberini", alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via Orefici, 9), si terrà la presentazione del libro di Gian Carlo Muzzarelli Radici profonde, sguardo lontano. L’autore ne discuterà con il presidente di Legacoop Emilia-Romagna Paolo Cattabiani e con il professore di Scienza della politica dell’Università di Bologna Gianfranco Baldini.
Radici profonde, sguardo lontano (Edizioni Dehoniane) è un quaderno di viaggio interiore, un diario di bordo esistenziale che Gian Carlo Muzzarelli ha scritto, mostrando come fare politica (a dispetto di una certa vulgata molto diffusa) significhi anche trovare spazi di riflessione e meditazione personali.
"Un po’ per scherzo, un po’ per passione", ne è così nato un libro Mi piace pensarlo come un "lungo racconto", in cui Muzzarelli riannoda i fili di tutti quegli episodi più o meno significativi che lo hanno portato sin qui e al suo lavoro politico e ammnistrativo. Indugiando sulle tante storie dei suoi monti, di quell’Appennino che lo ha visto bambino e che rappresenta le sue radici. Ma cercando, al medesimo tempo, di legare passato e presente in una sorta di gioco di specchi, attraverso cui cercare anche di tracciare qualche traiettoria per il futuro.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
"Mario Draghi" di Stefania Tamburello
Mercoledì 23 novembre, alle ore 18.00, alla Libreria Coop Ambasciatori (via Orefici, 9 – Bologna), presentazione del libro IL GOVERNATORE - Mario Draghi, dall’Italia al vertice della BCE di Stefania Tamburello (Rizzoli). Dialogano con l’autrice Gianni Toniolo, Claudio Conigliani e Silvia Giannini. Modera l’incontro Massimiliano Panarari
Quando è iniziata la corsa per la successione di Jean-Claude Trichet alla presidenza della Bce, nessuno avrebbe scommesso sul successo di un candidato italiano, anche se autorevole come il governatore della Banca d'Italia. Invece Mario Draghi ce l'ha fatta, vincendo le resistenze della Germania, che puntava il dito contro la sua nazionalità, e conquistando i consensi dell'Europa intera. A Francoforte lo aspetta la sfida di tenere unita la costruzione dell'euro ma lui nella sua carriera di prove difficili ne ha affrontate e superate molte altre. Draghi non è un personaggio facile da conoscere. Crede molto nella comunicazione ma non per quel che riguarda la sua vita personale e privata. Pragmatico ed equilibrato, sa essere distaccato ma anche ironico. Prudente, guarda ai problemi in modo analitico senza farsi condizionare dalla politica. Questo libro – scritto da una delle principali giornaliste economiche del “Corriere della Sera” (e con la prefazione di Carlo Azeglio Ciampi) – tratteggia la sua storia dagli anni della scuola a quelli da direttore generale al ministero del Tesoro, dall'ingresso a Palazzo Koch al cammino verso il prestigioso incarico di Francoforte ricostruendola attraverso le sue stesse testimonianze, i suoi interventi pubblici, gli scritti e i documenti. Il punto di vista è quello di una cronista che in questi anni lo ha seguito nella sua attività al vertice della Banca d'Italia e negli incontri internazionali in giro per il mondo, per rendere conio sulle pagine del Corriere della Sera dell'evoluzione della crisi finanziaria ed economica.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
"Il capitale sociale" a cura di Guido de Blasio e Paolo Sestito
Per I Pomeriggi della Fondazione Barberini, mercoledì 16 novembre, alle ore 17, presso il Baluardo della Cittadella di Modena (piazza Tien An Men, 5) presentazione del libro "Il capitale sociale" (Donzelli), a cura di Guido de Blasio e Paolo Sestito (Banca d'Italia). Intervengono con il curatore Paolo Sestito, Enrico Giovannetti e Lauro Lugli.
Il capitale sociale è sempre più spesso invocato come la causa profonda di differenze radicate nei comportamenti e nel livello di benessere di popolazioni e gruppi diversi. Per esempio, in Italia si spiega il ritardo economico del Sud anche con una sua carenza. Se il termine ha avuto successo, rimane però una grande ambiguità sul suo significato. Il libro "Il capitale sociale. Che cos'è e che cosa spiega", a cura di Guido de Blasio e Paolo Sestito, cerca di fare chiarezza, dando voce a punti di vista diversi e presentando una delle rassegne più complete in circolazione sui differenti approcci che caratterizzano questo tipo di studi.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
Martedì 11 ottobre, alle ore 18, alla Libreria Coop Ambasciatori (via Orefici, 9 – Bologna), la Fondazione Ivano Barberini propone una riflessione su questi temi, a cui la situazione economica che stiamo vivendo attribuisce nuovi elementi, a partire dalla presentazione del libro di Sergio Bologna e Dario Banfi Vita da free lance (edito da Feltrinelli). A dialogare con gli autori saranno l’assessore della Regione Emilia-Romagna a Scuola, formazione professionale, Università e ricerca e Lavoro prof. Patrizio Bianchi, il presidente della Fondazione Barberini Mauro Giordani e il direttore generale di Aster Paolo Bonaretti.
Beni comuni vs merci di Giovanna Ricoveri
Agli inizi del XXI secolo, i beni comuni (i commons, come vengono chiamati nel mondo anglosassone) sono riemersi nel dibattito pubblico, diventando la bandiera dei movimenti progressisti mondiali che cercano una via d’uscita dal capitalismo. Ma rappresentano anche un elemento di riflessione per chi pensa che il mercato sia importante, ma debba lasciare spazio anche ad altre forme di economia.
Tra i beni comuni si distinguono i beni comuni materiali che coinvolgono il diritto di una comunità di godere dei frutti di un bene o risorsa naturale. Vi sono poi "altri" beni comuni, materiali anch'essi, come l'atmosfera e la biodiversità, oppure immateriali come la creatività umana, fino ai diritti "universali" della persona. Il recupero dei diritti delle comunità sui beni comuni, la loro riappropriazione delle risorse naturali, rappresenta un nuovo paradigma di società organizzata a livello locale e a partecipazione democratica, ecologicamente sostenibile, integrativo e in parte anche sostitutivo del mercato, da rilanciare anche nei paesi del Nord. L'agricoltura organica di prossimità, i cicli corti, la riduzione dei tempi e dei costi energetici dei trasporti, e più in generale il controllo democratico del territorio da parte delle comunità locali possono fare la differenza dando protagonismo alle popolazioni ivi insediate su scelte che le riguardano da vicino e rilegittimando lo Stato e l'intervento pubblico. Ma affinché questa proposta possa essere presa in considerazione, occorre che la politica diventi "ecologia politica", mettendo la natura al centro delle politiche e valutando a monte quali effetti sociali ed ecologici quelle scelte possano produrre.
Lunedì 3 ottobre, alle ore 18, alla Libreria Coop Ambasciatori (via Orefici, 9 – Bologna), la Fondazione Ivano Barberini propone una riflessione su questi temi, a cui la recessione economica ha regalato nuovo impulso, a partire dalla presentazione del libro di Giovanna Ricoveri Beni comuni vs merci (edito da Jaca Book). A dialogare con l’autrice saranno l’economista dell’Università di Bologna Marco Casari e la giurista dell’Università del Molise Lorenza Paoloni.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
"Vita da free lance" di Sergio Bologna e Dario Banfi
Sono cambiate le coordinate del mondo del lavoro autonomo. La crisi morde inesorabilmente la condizione lavorativa. E se prima si era sempre soli di fronte ai venti del mercato ora l’esigenza di organizzarsi diventa un imperativo anche per gli esponenti del lavoro autonomo di seconda generazione. La rappresentazione del lavoro autonomo (o indipendente) finora offerta confonde ancora quello "di prima generazione" (coltivatori diretti, commercianti, artigiani, professioni liberali protette da ordini) con il lavoro scaturito dalla trasformazione postfordista. Si confonde un modo di lavorare antichissimo con quello che è apparso solo negli ultimi trent'anni, creando così pasticci di tipo statistico, mediatico e, cosa assai più grave, normativo. Nel libro Vita da free lance gli autori, di due generazioni differenti, aiutano a scoprire che le cose stanno cambiando in profondità anche nell'universo del lavoro indipendente postfordista. Il tipico individualismo del lavoratore indipendente, chiuso nella sua casa-ufficio e collegato al mondo solo per via remota, subisce un profondo cambiamento in virtù di una nuova spinta all'associazionismo, alla coalizione, alla community.
Passando da New York a Londra, da Parigi a Milano, gli autori seguono le tracce di un movimento associativo di segno nuovo, che si confronta direttamente con lo stato e il mercato su questioni fiscali, previdenziali, normative. I lavoratori indipendenti vogliono un riconoscimento del loro ruolo nell'economia della conoscenza. Il nuovo mondo delle professioni è fatto di freelance, milioni di lavoratori in perenne tensione tra libertà e vincoli, tra creatività e conformismo, tra sapere tacito e saperi standardizzati. Settori importanti del mondo del business prevedono che questi lavoratori della conoscenza saranno fondamentali nel prossimo futuro.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
"Capitalismo e finanza" di Francesco Vella
Per I Pomeriggi della Fondazione Barberini, martedì 20 settembre, alle ore 18.30, alla Libreria Ambasciatori di Bologna (via Orefici, 9) presentazione del libro di Francesco Vella CAPITALISMO E FINANZA (Il Mulino). Intervengono con l’autore Filippo Cavazzuti e Pierluigi Stefanini. Modera l’incontro Massimiliano Panarari.
Per comprendere pienamente la crisi finanziaria di fine decennio contano tanto le emozioni quanto i modelli matematici. Ma soprattutto bisogna muoversi su un terreno molto più ampio della finanza. Ce lo mostra bene questo volume scritto da Francesco Vella, docente di Diritto commerciale e Diritto dei mercati finanziari nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bologna, che narra le vicende che hanno condotto il mondo sull'orlo del collasso. Il nuovo ordine nel campo della finanza rappresenta di fatto un laboratorio di idee al crocevia fra diritto, economia e psicologia le cui proposte e soluzioni saranno utili non solo per la sfera degli affari e della finanza e per la sua democratizzazione, ma anche per la collettività intera e per il capitalismo di nuova generazione, che non potrà più essere "come prima".
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
Diritti e libertà nella storia d'Italia di Stefano Rodotà
giovedì 15 settembre a Bologna, presso la Libreria Coop Ambasciatori di via Orefici, alle ore 18,30, nell’ambito del ciclo de “I pomeriggi della Fondazione Barberini”, si terrà la presentazione del libro di Stefano Rodotà, “Diritti e libertà nella storia d’Italia” (Donzelli) – una ricostruzione di grande interesse dell’evoluzione e delle battaglie per l’allargamento dei diritti nei centocinquant’anni della nostra storia unitaria come nazione – che verrà discusso dalla filosofa del diritto Carla Faralli.
Diritti e libertà accompagnano la nascita del cittadino moderno, definiscono un ordine politico e simbolico interamente nuovo: essi divengono il connotato di un’età, appunto «l’età dei diritti», come l’ha definita Norberto Bobbio. La dimensione dei diritti, però, ci appare al tempo stesso fondativa e fragilissima, perennemente insidiata da restaurazioni e repressioni, tese a cancellare o limitare proprio l’insieme degli strumenti che dovrebbero garantire al cittadino le massime possibilità di sviluppo autonomo. In particolare, negli ultimi quindici anni si è assistito nel nostro paese a un processo graduale che ha portato la classe politica di centro-destra, dall’iniziale tentativo di delegittimazione, a un vero e proprio attacco frontale alla Costituzione. Con il risultato di provocare un conflitto istituzionale senza precedenti nella storia della Repubblica. In questo quadro rientrano le ripetute proposte di riforma costituzionale che vengono agitate da più parti: prive di quella visione organica necessaria a qualunque tentativo di modifica, tali proposte rischiano di alterare delicati equilibri perché non tengono in conto il fatto che «la Costituzione non può essere smembrata, tagliata a fette», e non si può pensare di intervenire anche solo sulla seconda parte senza con ciò incrinare i principi contenuti nella prima. L’esperienza del Novecento ci ha mostrato come la semplice proclamazione costituzionale di libertà e diritti possa risolversi in un inganno. Ogni riferimento a essi si presenta così non solo come l’elencazione di quel che dovrebbe caratterizzare un regime democratico; ma diviene un potente strumento per un’analisi realistica che voglia disvelare la trama effettiva dei rapporti politici e sociali in un determinato contesto storico. La ricostruzione sintetica che Rodotà qui propone vuole obbedire proprio a questa logica. Non segue e discute le idee sui diritti, ma analizza politiche e comportamenti dai quali è dipesa la loro affermazione o negazione, cercando di rendere evidenti gli intrecci tra riconoscimenti formali di libertà e diritti e condizioni materiali per la loro attuazione. Le vicende delle libertà e dei diritti mostrano la lenta inclusione di un numero crescente di cittadini nel demos e le modalità attraverso le quali si costruisce la moderna cittadinanza, nel succedersi delle diverse «generazioni» dei diritti. Ma rivelano anche tenaci resistenze all’effettività dei diritti proclamati. Serve una grande fede per affermare i diritti nei tempi difficili. E di questo la vicenda delle libertà, che è poi vicenda concretissima di donne e di uomini, è testimonianza continua.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
La democrazia dispotica di M. Ciliberto
Mercoledì 25 maggio a Bologna, presso la Libreria Coop Ambasciatori di via Orefici, alle ore 18,30 si terrà la presentazione del libro di Michele Ciliberto (professore alla Normale di Pisa), “La democrazia dispotica” (Laterza), una interessante e originale riflessione sulle degenerazioni della democrazia nella nostra epoca postmoderna (e sugli anticorpi possibili), che verrà discusso insieme al noto giurista Augusto Barbera e a Maurizio Brioni (presidente dell’Istituto “Antonio Banfi”). Un libro che nasce da una doppia interrogazione: sulla democrazia e sulla situazione attuale del nostro Paese. Si sofferma su alcuni classici della democrazia fra Otto e Novecento e su questo sfondo interpreta il fenomeno del berlusconismo. È stato Tocqueville a segnalare i rischi dispotici della democrazia con due esiti possibili: diventare tutti eguali e tutti schiavi, oppure tutti eguali e tutti liberi. Ma la storia europea moderna ha dimostrato che la prima possibilità è più concreta della seconda: quello che, infatti, sta crescendo è un 'potere sociale' che assume il controllo di tutti, togliendo autonomia e responsabilità ai singoli, i quali a loro volta delegano a questo potere la gestione della loro vita. Non si tratta di un problema solo italiano; né di un morbo che affligge solo la destra. È una tendenza dell'epoca nella quale si intrecciano dispotismo, plebiscitarismo, populismo, dinamiche di tipo carismatico.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
Il miracolo scippato di M. Pivato
Giovedì 28 aprile a Bologna, presso la Libreria Coop Ambasciatori di via Orefici, alle ore 18, nell’ambito del ciclo “I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini”, si terrà la presentazione del libro di Marco Pivato, “Il miracolo scippato” (Donzelli), alla quale, insieme all’autore, giornalista scientifico, parteciperanno il presidente della Fondazione Barberini Mauro Giordani, la storica dell’economia e docente all’Università di Bologna Patrizia Battilani, il direttore generale di Aster Paolo Bonaretti e il fisico e docente all’Ateneo di Bologna Gianni Zanarini.
Il volume di Pivato analizza quattro appuntamenti mancati con la modernizzazione industriale. Il primo è quello dell’elettronica di Adriano Olivetti, creatore della “via italiana all’informatica” (di cui era convinto anche Enrico Fermi). Suo braccio destro era Mario Tchou, un geniale ingegnere di origine cinese al quale si deve, nel 1959, l’invenzione di Elea 9003, il primo calcolatore a transistor commerciale della storia (disegnato da Ettore Sottsass), che ci autorizza a dire che il computer l’hanno inventato gli italiani. Ma Tchou muore in uno strano incidente d’auto, la cui dinamica non è mai stata chiarita fino in fondo, e il governo si disinteressa di questa straordinaria avventura. C’è il giallo, tuttora irrisolto, di Enrico Mattei, il presidente dell’Eni che aveva fatto dell’Italia del boom una potenza petrolchimica. C’è il caso di Felice Ippolito, il padre del programma nucleare italiano, fautore della nazionalizzazione dell’energia elettrica (e tra i fondatori del Partito radicale), che finisce in carcere per alcuni anni per illeciti penali, ma che, soprattutto, si era fatto tanti nemici, dal presidente Giuseppe Saragat alle multinazionali petrolifere Usa. E, infine, c’è il caso di Domenico Marotta, direttore dell’Istituto superiore di sanità, protagonista di uno suo formidabile rilancio (dalla sconfitta della malaria alla progettazione, nel 1946, del primo e unico microscopio elettronico italiano), che viene coinvolto, come Ippolito, in una serie di brutti guai giudiziari. Quei quattro pestavano i piedi a tanti, dai partiti agli Stati Uniti; così abbiamo dovuto abbandonare l’idea di essere una grande nazione tecnologica, e siamo diventati il Paese del made in Italy basato sulle produzioni immateriali. Non è poco, certo, ma, come dimostra questo libro, un’altra storia sarebbe stata possibile.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
Venerdì 25 marzo, alle ore 18, alla Libreria Coop Ambasciatori di Bologna (via Orefici), I pomeriggi della Fondazione Barberini ospiteranno la presentazione dell’ultimo libro di uno dei maggiori politologi italiani, Sergio Fabbrini, dedicato al tema, centrale nelle società contemporanee, della leadership, e intitolato “Addomesticare il Principe” (Marsilio). Con il prof. Fabbrini interverranno Paolo Cattabiani (presidente Legacoop Emilia-Romagna), il massmediologo Roberto Grandi e la scienziata della politica Sofia Ventura (ambedue professori all’Università di Bologna); modera Massimiliano Panarari.
Sergio Fabbrini, specialista di sistemi politici e delle democrazie liberali (e profondo conoscitore degli Stati Uniti) è il direttore della School of Government dell’Università Luiss “Guido Carli” di Roma, dove insegna Scienza della politica e Relazioni internazionali.
I pomeriggi della Fondazione Ivano Barberini
La generazione tradita di P. L. Celli
Martedì 25 gennaio, alle ore 18, alla Libreria AMBASCIATORI (via Orefici, 9 - Bologna) per la rassegna “I pomeriggi della Fondazione Barberini” incontro con Pier Luigi Celli in occasione dell’uscita del suo ultimo libro LA GENERAZIONE TRADITA. GLI ADULTI CONTRO I GIOVANI(Mondadori). Dialogano con l’autore Giovanna Cosenza e Pierluigi Stefanini, moderaMassimiliano Panarari.
Una generazione tradita da una società divisa, rissosa, individualista. Una generazione tradita da una politica faziosa, immorale e strafottente. Una generazione tradita dal suo Paese. Celli recupera e sviluppa i temi che aveva lanciato in una provocatoria e assai discussa lettera a “la Repubblica”, Figlio mio lascia questo Paese, fermamente determinato a trovare una risposta positiva possibile.