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36 - QUALE FINANZA PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E LA LOTTA ALLA POVERTA’?

Postato il 11 Dicembre, 2014 da GVC onlus

logoGVC è intervenuto in occasione dell’evento “La Finanza Cooperativa al Sostegno di uno Sviluppo più Sostenibile” che si è svolto il 28 Novembre 2014 a Padova nell’ambito del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea portando l’esperienza dell’ONG bolognese nella collaborazione con le cooperative per una finanza al sostegno dello sviluppo sostenibile e lotta alla povertà.
Tra le sfide attuali della cooperazione internazionale, uno spazio ampio si apre ad iniziative che promuovono servizi finanziari a favore della lotta alla povertà e della disuguaglianza e l’accesso ai servizi finanziari. Secondo i dati della Banca Mondiale circa 2,7 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso ai servizi finanziari di base, e nei paesi in via di sviluppo l’”esclusione finanziaria” riguarda i due terzi della popolazione. Inoltre, un miliardo di persone nel mondo vive con meno di 1,25 dollari al giorno e 2,2 miliardi vivono con meno di 2 dollari al giorno (dati del 2011).
Lo spazio e la necessità di intervento sono amplissimi rispetto ai bisogni principali espressi soprattutto nelle aree rurali dei paesi in via di sviluppo in cui gli interventi di cooperazione allo sviluppo si concentrano. Tali bisogni richiedono servizi finanziari finalizzati a livellare i redditi per coprire i bisogni correnti, accedere a piani di risparmio/accumulo e servizi di credito, fronteggiare i rischi derivanti da situazioni di emergenza. In agricoltura inoltre si rendono necessari crediti stagionali per finanziare gli input, crediti di lungo periodo per finanziare gli investimenti e servizi di assicurazione sul raccolto.
Suddetti bisogni trovano oggi risposte parziali e soprattutto di carattere informale e comunitario considerando: la taglia di credito e deposito è estremamente bassa mentre la frequenza delle operazioni è generalmente molto alta  incrementando il costo di erogazione e la burocrazia; la dispersione territoriale delle famiglie specie in ambito rurale e l’asimmetria informativa insita nei prodotti finanziari, che costituisce un alto fattore di rischio per l’erogazione soprattutto in un sistema mancanza di regole, titoli di proprietà, analfabetismo.
In questo contesto la domanda di risparmio/credito viene coperta (sebbene solo in parte) attraverso transazioni informali con parenti, amici, vicini, persone più agiate che riescono a fornire servizi in modo flessibile contenendo i costi di transizione.
Una possibilità di accesso a tali servizi è però difficilmente preventivabile e l’offerta è instabile poiché legata a rapporti di fiducia che spesso sfociano in vincoli di dipendenza o rafforzano l’esclusione di alcune persone che non vantano quelle che possiamo definire le “relazioni” giuste. Le dimensioni e il periodo di esposizione sono per di più molto ridotti, rendendo inadeguati tali servizi a sostenere investimenti. Inoltre, una parte della gestione delle rimesse viene svolta attraverso sistemi simili all’HAWALA, basati su una rete fiduciaria di persone che anticipano i fondi: in molti casi tuttavia, i sistemi di garanzia sono stati soppiantati da meccanismi di minaccia e ritorsione. I crediti all’agricoltura rischiano poi di essere erogati solo per finanziare gli input nell’ambito della filiera produttiva e svolgendosi tutto in ambito locale, non vi è differenziazione del rischio. Infine, sul lato assicurativo i servizi sono quasi del tutto inesistenti.
Che fare?
In questo quadro hanno un ruolo molto importante i sistemi di micro-credito e di finanza cooperativa. Nel 2010 in tutto il mondo 205 milioni di persone hanno ottenuto micro-prestiti e 3.652 sono le istituzioni per il micro-credito nel mondo con una percentuale di restituzione dei prestiti più alta del 95%. Nel 2004 le cooperative di credito hanno gestito oltre 35 milioni di conti di deposito e credito con una buona copertura di clienti “poveri” in particolare nei paesi in via di sviluppo.
La capacità di espansione e copertura di questi servizi finanziari è una sfida che il mondo delle ONG intende cogliere collaborando con il mondo cooperativistico, condividendone i valori di partecipazione democratica, mutualità e l’obiettivo di includere uomini e donne nei processi economici e sociali.
Formule interessanti di cooperazione in questo senso sono state intraprese da numerose ONG e Cooperative offrendo spunti di riflessione utili ad individuare spazi e modalità di lavoro. Possono perciò essere presentati alcuni esempi raccolti dall’esperienza di GVC, ONG appartenente alla rete LINK2007:
-       In Bosnia Erzegovina, nell’area di Doboj GVC, LegaCoop Bologna e Boorea dal 2004 al 2012 hanno lavorato insieme in un programma cofinanziato dal MAECI che ha incorporato la costituzione di un fondo di microcredito a vantaggio di famiglie povere e che avevano subito rilevanti perdite dal conflitto. Il fondo ha finanziato piccoli investimenti per la ricostruzione di case e per l’acquisto di asset e input per riavviare attività economiche. Il fondo ha prodotto risultati positivi: crescita delle realtà produttive finanziate, in termini di gestione del fondo che si è caratterizzato per un elevato rientro dei crediti concessi, di copertura dei costi di gestione e mantenimento del fondo. Si è ravvisato l’interesse da parte di un istituto di micro-finanza locale di partecipare alla gestione del fondo e si è creato pertanto un pool di risorse/servizi a disposizione dei beneficiari. L’evolversi di alcune realtà produttive agricole e di allevamento nate o rafforzate attraverso il fondo ha innescato la volontà dei partner locali e italiani di procedere alla costituzione di tre cooperative di produzione agricola/allevamento formate complessivamente da 117 soci. LegaCoop e Booera hanno giocato un ruolo essenziale nell’assistenza tecnica per la costituzione e il management delle tre cooperative grazie all’istituzione di un fondo di credito rotativo di circa 180.000 Euro interno ai soci per finanziare investimenti e capitale. Tale fondo ha giocato anche un ruolo di garanzia per l’accesso ad ulteriori risorse finanziarie attraverso istituti di credito. Inoltre, ulteriori formule di finanziamento sono state promosse attraverso lo sviluppo di rapporti di filiera strutturata ad esempio per i produttori di latte con la centrale del latte di Zenica.
In parallelo, in ambito sociale si è creato un fondo destinato al sostegno dei bisogni dei bambini orfani/privi di tutela genitoriale principalmente a causa delle guerra. Sono state previste erogazioni a fondo perduto e piccoli finanziamenti a potenziali famiglie affidatarie, destinate a favorire le condizioni economiche di affidamento e presa in carico del minore.
-       In Nicaragua dal 2002 è stato avviato un percorso di sviluppo della produzione del caffè dei piccoli produttori della regione di Pantasma. Attraverso finanziamenti dell’UE, del MAECI e LegaCoop sono state create le condizioni di miglioramento quantitativo e qualitativo della produzione che hanno portato all’ottenimento del marchio FLO di FairTrade reso possibile anche attraverso il rafforzamento della cooperativa di secondo livello di produttori – la UCA (Unione Cooperative Agropecuarie) e del fondo per investimenti gestito dalla stessa UCA in formula cooperativa a vantaggio dei propri iscritti (12 cooperative per oltre 280 soci). All’interno del progetto è stato possibile intraprendere una proficua relazione di scambio tra il mondo cooperativo italiano e i produttori di caffè. Coop Industria attiva nella torrefazione e commercializzazione del caffè ha stabilito un rapporto commerciale per l’acquisto di caffè tutt’ora in essere e la creazione e vendita di un prodotto della linea FiorFiore Coop costituito interamente dalle miscele prodotte nell’ambito del progetto. Il fondo è stato il volano per investimenti e per la stabilizzazione della produzione, sostenendo gli acquisti regolari di input agricoli.
-       In Burkina Faso - attraverso un finanziamento di LegaCoop - è stato realizzato un progetto per l’erogazione dell’acqua grazie al perforamento di 24 pozzi in altrettanti villaggi della zona più rurale del paese e l’istituzione di un’associazione dei consumatori dell’acqua che amministrano un fondo cooperativo per la gestione del servizio, provvedendo così alla manutenzione degli impianti e pozzi e promuovendo un all’allargamento in termini solidaristici del servizio presso altre comunità. Nella gestione del fondo un ruolo di rilievo è stato dato alle donne.
-       In Cambogia  si stanno sperimentando gruppi di credito/risparmio di auto-aiuto legato alle risorse finanziarie associate alle migrazioni ed è in corso uno studio sulla gestione delle rimesse.
Gli esempi portati ci riconducono ad alcune riflessioni per un lavoro comune della finanza etica e cooperativa:
-       In primo luogo l’importanza di coniugare differenti leve di sviluppo. La conoscenza del contesto, dei bisogni e il lavoro costante con i beneficiari propri delle ONG e l’expertise tecnica del mondo cooperativistico e degli altri attori finanziari coinvolti hanno determinato la buona riuscita in termini di impatto dei fondi con la proposizione di prodotti accessibili e di riduzione sia del rischio di inesigibilità nonostante le esigue garanzie richieste, sia dei costi di transizione.
-       I servizi finanziari possono orientarsi a beneficio non solo di attività produttive, ma anche per rendere disponibili i beni comuni come l’acqua o sostenere iniziative di integrazione sociale con il coinvolgimento degli attori statali e della società civile deputati all’erogazione di servizi di welfare.
-       I sistemi locali e decentralizzati di erogazione di servizi come i gruppi di risparmio e credito sui modelli ASCA/ROSCA e le cooperative di credito consentono di intercettare e rispondere in modo sostenibile ai bisogni anche in aree rurali e anche di soggetti con risorse molto ridotte. Tuttavia è importante la capacità dei gruppi di auto-aiuto e delle cooperative di credito di interfacciarsi con operatori finanziari più strutturati per prodotti finanziari più sofisticati.
-       Il sistemi integrati deposito/credito, il credito al consumo e forme mutualistiche di sostegno dei soci al verificarsi di eventi emergenziali vanno tenuti in considerazione quali fattori per aumentare le capacità di erogazione del fondo, la resilienza e ridurre la vulnerabilità rispetto a situazioni di stress.
-       Formule mutualistiche, pensionistiche e assicurative, in particolare in agricoltura per danni anche dovuti ai cambiamenti climatici in corso, evidenziano una crescente domanda ampiamente inevasa a cui il mondo della finanza etica e cooperativistica, insieme alle ONG, è chiamato a proporre risposte.
-       I flussi finanziari legati alle rimesse sono enormi. A livello globale la Banca Mondiale stima un flusso nel 2014 pari a 435 miliardi di Euro (+5% rispetto al 2013) e le proiezioni parlano di 454 miliardi per il 2015. In Europa nel 2012 le rimesse sono state 39 miliardi di euro (di cui 10.3 miliardi destinati a paesi intra-UE). Questo scenario sollecita la proposizione di servizi finanziari a sostegno di un’immigrazione legale atta a promuovere uno sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile nei paesi di origine (l’ammontare delle rimesse è tre volte il volume degli aiuti pubblici allo sviluppo).
-       Per concludere, è importante sottolineare che una crescente professionalizzazione dei soggetti che erogano sevizi finanziari è sempre più richiesta e auspicabile, ma senza allontanarsi dalla mission di “servire i poveri e promuovere uno sviluppo equo” con soggetti di micro-credito e finanza etica che rispondono maggiormente agli obiettivi di profitto e meno a quelli di risultato sociale. Tale tendenza va ben considerata e vanno sostenuti quegli attori che mantengono una finalità sociale anche attraverso scelte politiche, in quanto il ruolo degli attori statali è essenziale per favorire un modello di sviluppo socialmente, economicamente e ambientamene sostenibile che passa anche attraverso la promozione dell’accesso a servizi finanziari adeguati e non speculativi.

Margherita Romanelli


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Intervento presentato all’evento “La Finanza Cooperativa al Sostegno di uno Sviluppo più Sostenibile”, Padova 28 Novembre 2014, organizzato da AGCI, Confcooperative, LegaCoop, Coopermondo nell’ambito del semestre di Presidenza Italiana del Consiglio dell’Unione Europea in rappresentanza delle tre reti di organizzazioni non governative: AOI, CINI, LINK2007.
Margherita Romanelli – GVC

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