Home » La Rivista » Dettaglio Articolo

34 - Cooperazione tra cooperative: l’arte e la forza dello stare insieme

Postato il 03 Dicembre, 2014 da Serena Bitossi

logo6° Principio: Cooperazione tra cooperative. Le cooperative servono i propri soci nel modo più efficiente e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme, attraverso le strutture locali nazionali, regionali e internazionali” (dalla Dichiarazione d’Identità Cooperativa adottata dall’Alleanza Cooperativa Internazionale al 31° Congresso di Manchester del 1995).
***
Sin dalla sua costituzione nel 1895, l’Alleanza Cooperativa Internazionale è stata considerata come l’Autorità a cui è demandata la definizione di “cooperativa”, e la determinazione dei Valori e Principi che costituiscono la matrice ideologica in cui si riconoscono le cooperative di tutto il mondo.
I Principi Cooperativi devono essere visti anche come linee-guida per trasformare ideali e valori in pratiche sociali ed imprenditoriali: l’appartenenza al movimento cooperativo richiede infatti che essi siano incorporati nella cultura organizzativa di ogni singola cooperativa.
Il Principio della “Cooperazione tra Cooperative” venne espressamente riconosciuto dall’Alleanza Cooperativa Internazionale al XXIII Congresso di Vienna del 1966.
L’ACI aveva già compiuto nel XV Congresso di Parigi del 1937, a seguito della progressiva differenziazione delle forme e dei settori in cui stavano espandendosi le organizzazioni cooperative, una prima rielaborazione dei Principi Cooperativi originari, i quali riflettevano molte peculiarità del paradigma della cooperazione di consumo, dal momento che l’ACI al momento della sua costituzione al Congresso di Londra del 1895 aveva sostanzialmente recepito i principi dei Probi Pionieri di Rochdale.
Negli anni ’60 del secolo scorso il movimento cooperativo si apprestava quindi ad aggiornare nuovamente, allo scopo di enfatizzare ulteriormente l’universalità dei postulati della cooperazione, le regole di condotta nell’ottica delle quali il movimento cooperativo avrebbe informato la propria azione negli anni futuri.
Fu così che nel 1963 a Bournemouth, per la seconda volta dalla nascita dell’ACI nel 1895, il XXII Congresso stabilì di procedere nuovamente ad una revisione dei Principi, ed istituì un’apposita Commissione Speciale.
La Commissione, composta da cinque membri, compì negli anni successivi un’opera di approfondimento egregia ed accurata, mediante la rilevazioni di dati, l’osservanza dei fenomeni socio-economici e la consultazione delle organizzazioni cooperative dei vari Paesi. Il Rapporto finale della Commissione presentò un’analisi comparatistica approfondita e dettagliata, in cui venivano altresì evidenziati i punti di vista dei cooperatori militanti, le valutazioni storico-politiche dei risultati dell’indagine stessa, fino a individuare alcuni punti di approdo dell’evoluzione dei principi e ideali cooperativi. Il Rapporto si concludeva infine con specifiche Raccomandazioni contenenti il testo dei nuovi Principi.
La Commissione, redigendo la lista dei Principi emendati, ritenne di confermare come universali, rielaborandone il contenuto, cinque dei sette Principi del 1937 (non venne riaffermato, in quanto di applicazione non generalizzata, il principio della vendita per contanti -non per questo avrebbe dovuto ritenersi negata la funzionalità di tale pratica per le cooperative di recente istituzione e per quelle di determinati settori come il consumo-, mentre il principio di neutralità politica e religiosa venne ricondotto all’interno del principio di volontarietà dell’adesione) e di iscrivere, quale sesto ed ultimo principio della lista, la “Cooperazione tra Cooperative”. Le Raccomandazioni della Commissione Speciale furono in gran parte recepite nella Risoluzione finale del XXIII Congresso ACI tenutosi a Vienna nel 1966.
Durante i lavori della Commissione, era stato Howard A. Cowden (fondatore della Consumers’ Cooperative Association – la più grande cooperativa agricola di utenza del Nord America, costituita a sua volta da cooperative di imprenditori agricoli -) a proporre, facendosi portavoce della Co-operative League of USA, l’adozione espressa da parte dell’ACI del principio della “Cooperazione tra Cooperative”.
Veniva così elevata al rango di “Principio”, quella che fino a quel momento era conosciuta come una “pratica”, tradizionalmente utilizzata dalle società cooperative (la stessa cooperativa di Rochdale promosse l’integrazione con le altre cooperative di consumo nate successivamente in Inghilterra), idonea a generare efficienza e vantaggi cumulativi, inizialmente interpretata nella forma dell’associazione delle cooperative dello stesso settore in organismi cooperativi di secondo e terzo grado. La proposta della Co-operative League of USA fu accolta con grande entusiasmo dagli altri membri della Commissione, che collaborarono alla declaratoria finale.
La Raccomandazione inerente il sesto principio fu recepita quasi testualmente dalla Risoluzione del Congresso, con la seguente formulazione: “6° Cooperazione tra cooperative. Per poter curare nel miglior modo l’interesse dei soci e della collettività, ogni organizzazione cooperativa deve cooperare attivamente, in tutti i modi possibili, con le altre cooperative, su scala locale, nazionale ed internazionale”.
Nell’elevare la Cooperazione tra Cooperative al rango di Principio Cooperativo, il Congresso ACI del 1966 affermava, in sostanza, la necessità di integrazione tra le imprese cooperative, ad ogni livello operativo, per il conseguimento di maggiore efficienza, ma anche la necessità di costruire un sistema cooperativo, tra imprese di diversi Paesi ispirate alle medesime basi morali e fondamenti ideologici, alternativo allo sviluppo multinazionale delle imprese capitalistiche, che operasse come forza organizzata allo scopo di stabilire condizioni di maggior sviluppo economico e di progresso civile e sociale.
Dal 1988 iniziò da parte dell’ACI una nuova fase di approfondimento finalizzato alla revisione dei principi cooperativi. In un quadro economico e sociale profondamente mutato, la riduzione delle tradizionali barriere commerciali e la deregulation del settore finanziario avevano messo in discussione gli ambiti economici in cui si erano fino a quel momento sviluppate le cooperative, le quali si trovavano ad affrontare un livello di competizione molto più intenso che in passato. Parallelamente all’estensione globale dell’economia di mercato, anche sul piano culturale veniva messo in discussione dalla celebrata superiorità dell’impresa capitalistica, il valore delle imprese cooperative controllate democraticamente e radicate nel territorio che operavano nell’interesse dei propri soci e della comunità.
Questi sono i motivi per cui nel 1995, a 150 anni dalla nascita della prima cooperativa di Rochdale, e a 100 anni dalla nascita dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, il XXXI Congresso di Manchester approvò la “Dichiarazione di identità cooperativa”, contenente l’attuale Definizione di “Cooperativa”, i Valori fondanti, ed i Principi da assumere quali “linee guida con cui le cooperative mettono in pratica i propri valori”, con una decisa revisione della lista del 1966 e delle relative declaratorie (i principi di limitazione dell’interesse sul capitale sociale e di destinazione degli utili furono accorpati nel terzo principio della partecipazione economica dei soci; vennero aggiunti alla lista il quarto principio di autonomia ed indipendenza ed il settimo principio dell’interesse verso la comunità).
Il Sesto Principio venne rivisto marginalmente nel suo contenuto, ma ne fu ampliato il significato, facendo leva in particolare sulla necessità di traguardare il 21° secolo attraverso l’applicazione del principio di Collaborazione tra Cooperative non soltanto a livello settoriale, ma anche e soprattutto intersettoriale.
Nel Background Paper accompagnatorio alla riformulazione del 1995 del Sesto Principio si legge che, mai come in quel momento, rispetto al passato, acquisiva importanza come Principio, la “Cooperazione tra Cooperative”. Allo scopo di massimizzare il proprio potenziale, le cooperative devono essere libere (in particolare dall’interferenza dei Governi) di stringere tra loro alleanze, fusioni, joint ventures. Collaborare insieme significa che, seppure esse riescano a raggiungere da sole risultati positivi in ambito locale o nel loro particolare ambito di mercato, esse devono contemporaneamente cercare di sviluppare i benefici delle organizzazioni su larga scala, collaborando tra loro nelle forme più idonee, mantenendo al contempo i vantaggi del radicamento territoriale e del coinvolgimento costante della propria base sociale: un difficile equilibrio di interessi, ma questo è del resto sempre stata la perenne sfida per gli organismi cooperativi. Le cooperative nel mondo devono imparare a riconoscere più spesso le possibilità di iniziative congiunte di business. Esse devono approcciarvisi con spirito pratico, allo scopo di proteggere accuratamente gli interessi dei soci nel mentre si sforzano di accrescere la capacità di soddisfarli. Esse devono considerare, molto più spesso di quanto abbiano fatto in passato, anche la possibilità di iniziative comuni a livello internazionale. Infatti, mentre le Nazioni perdono la capacità di controllare l’economia internazionale, le cooperative hanno un’opportunità unica di proteggere ed espandere gli interessi diretti della gente comune. Le cooperative devono inoltre riconoscere, ancor più che in passato, la necessità di rafforzare attività ed organizzazioni di supporto. Infatti, è relativamente facile preoccuparsi degli interessi di una particolare cooperativa o di un particolare settore cooperativo; non è sempre facile, invece, individuare l’interesse generale delle cooperative, sulla base del valore della solidarietà e del Principio della Cooperazione tra Cooperative. Da qui, la necessità delle organizzazioni generali di supporto delle imprese cooperative, e l’importanza cruciale per i differenti settori cooperativi di unirsi quando promuovono “la via cooperativa” nell’interlocuzione con i  Governi e con gli altri interlocutori pubblici. 
L’attualità dei Principi Cooperativi contenuti nella Dichiarazione di Identità Cooperativa dell’Alleanza Cooperativa Internazionale del 1995 è tale ancor oggi, e genera sempre nuove opportunità di discussione.
Lo conferma il fatto che l’ACI, confermando la validità della lista e delle relative declaratorie del 1995, è al lavoro dal 2012 per arricchire gli orientamenti interpretativi inerenti il significato e lo scopo di ciascuno dei Principi Cooperativi nel mondo di oggi (le prime bozze pubblicate sono relative ai principi 3°, 5° e 7°), allo scopo di rafforzare i pilastri dell’identità e della distintività cooperativa nell’ambito della c.d. “Vision 2020”.
Il Principio della “Cooperazione tra Cooperative” rimane il più vitale dei Sette. Tra le sue varie forme di applicazione, l’integrazione tra i diversi settori cooperativi è forse ancora oggi una delle più difficili da praticare, perché richiede di realizzare la mutualità e la solidarietà cooperativa tra interessi spesso confliggenti: lo stesso William P. Watkins (portavoce della Commissione Speciale ICA) definì perciò il Sesto Principio, già al momento della sua canonizzazione nel 1966, “il pons asinorum della teoria cooperativa”.

Serena Bitossi

 

Bibliografia- “Speciale Manchester. Atti del 31° Congresso dell’Alleanza Cooperativa Internazionale”, in «Rivista della Cooperazione», n. 22 Maggio/Giugno 1995;
“ICA XXXth Congress Reports, Presentations and resolutions. Tokyo, 1992”, in «Review of International Co-operations», Volume 85 n. 4/1992;
“Note di orientamento Principi 3, 5, 7. Bozza”, ICA, 2014, www.ica.coop;
A. Hoyt, “And then there were seven: cooperative principles updated” in «Cooperative Grocer», January/February 1996;
I. MacPherson, “Co-operative Principles for the 21st Century”, ICA, Geneva, 1996;
H. Münkner, “Co-operative Principles and Co-operative Law”, Friedrich-Ebert-Stiftung, Bonn, 1985;
P. Verrucoli, “I «principi» dell’Alleanza Cooperativa Internazionale e la loro applicazione nella legislazione italiana”, in «Rivista della Cooperazione», n. 5 Ottobre/Dicembre 1980;
W.P. Watkins, “Co-operative Principles. Today and tomorrow”, Holyoake Books, Manchester, 1986.


La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: www.fondazionebarberini.it

0 Commenti

Lascia il tuo commento