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07 - Economia collaborativa e cooperative

Postato il 10 Settembre, 2014 da Maurizio Davolio

logoIl recente straordinario sviluppo dell’economia collaborativa basata sullo scambio, da attribuire alle opportunità offerte oggi dall’informatica, deve indurre ad una riflessione il mondo delle cooperative.
L’economia collaborativa presenta tratti che ricordano da vicino il sistema valoriale del movimento cooperativo: pratiche democratiche e fortemente partecipative nelle sue molteplici attività, posizionamento sui bisogni concreti delle persone, larga condivisione degli obiettivi, prevalenza dell’attenzione alla persona rispetto al denaro, forte socialità nei rapporti.
Fino ad oggi le iniziative di economia collaborativa si sono sviluppate in forme associative anche di fatto.
Ciò vale, nel turismo, per il couchsurfing (ospitalità gratuita nelle case private), il woofing (ospitalità in cambio di piccole prestazioni lavorative), il car pooling (concessione di un passaggio nella propria vettura con eventuale condivisione delle spese), il hitchhiking o autostop, tornato in auge da quando avviene in condizioni di molto maggiore sicurezza, lo scambio case, i greeters, che fanno visitare gratuitamente le loro città ecc.; e vale in tanti altri fenomeni come le banche del tempo, le social street, i gruppi di acquisto solidale (GAS) e tante forme di baratto che si vanno strutturando con estrema facilità.
Eppure a certi livelli di soglia le varie esperienze di economia collaborativa possono compiere un salto di qualità strutturandosi quanto meno come micro imprese, anche in forma cooperativa.
Un conto, ad esempio, è un GAS che nasce in un condominio di 12 famiglie, altra storia è un GAS cui aderiscono centinaia di famiglie, con la necessità di ingaggiare degli addetti per gli acquisti e per la distribuzione, con l’esigenza di dotarsi di un magazzino, e di tenere una impegnativa contabilità.
Oltre al problema della soglia economica ci sono però da considerare altri due problemi: alcuni fenomeni sono ormai organizzati a livello mondiale ed esistono già delle società private che se ne occupano.
In aggiunta, nel mondo dell’economia collaborativa e solidale serpeggia spesso una certa diffidenza per le forme strutturate e organizzate dell’attività, con statuti, organi, bilanci, e temute derive di natura politica  e sindacale.
Si tratta tuttavia di un mondo giovane, dinamico, curioso e intraprendente con cui sarebbe opportuno avviare un confronto di idee e di proposte.
Il Congresso di lega coop può essere l’occasione adatta.
Parliamone!


Maurizio Davolio

 


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