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06 - Una rinnovata mutualità per la costruzione del welfare di comunità

Postato il 09 Settembre, 2014 da Sara Rago

logoL’innovazione nei sistemi di welfare, per essere realmente in grado di costruire servizi sociali capacitanti ed inclusivi, richiede oggi fortemente la valorizzazione dell’apporto specifico della pluralità di soggetti che concorrono alla creazione di servizi presenti sul territorio.
Per costruire il necessario riequilibrio dei sistemi di welfare in prospettiva più universalistica ed inclusiva, quindi, è fondamentale collocare al centro del dibattito e delle azioni da esso derivanti una visione di ben-essere e mutualità allargata.
La crisi del welfare state se da un lato porta con sé il rischio di una riduzione del principio dell’universalità a fronte dell’introduzione di criteri di selettività che rispondono a politiche di tagli dei costi, dall’altro lato introduce l’opportunità di ripensare un sistema di welfare costruito e governato attraverso un’azione condivisa di una pluralità di soggetti di offerta, in grado di garantire servizi anche alle nuove categorie di soggetti vulnerabili (Venturi, Rago, 2012) (1).
Sono sempre più numerose infatti le persone che, pur disponendo di risorse culturali ed economiche più o meno ampie, si trovano in condizione di “vulnerabilità” in quanto scarsamente inserite in reti di relazioni e, di conseguenza, più facilmente esposte ad uno slittamento verso condizioni di povertà e marginalità sociale.
La rigenerazione delle politiche sociali e dei servizi di welfare, quindi, deve essere basata sul contributo plurale di pubblico, for profit e non profit. È in ciò l’essenza del principio di sussidiarietà circolare (Zamagni, 2012) (2), che è la versione della sussidiarietà oggi più avanzata rispetto a quella sia verticale sia orizzontale. Si tratta cioè di far interagire, in modo sistematico e permanente, i tre vertici del triangolo che rappresenta l’intera società e cioè il vertice che denota la sfera politico-istituzionale, quello della sfera commerciale e quello della sfera della società civile.

Si tratta, quindi, di “spostare in avanti” la frontiera dell'innovazione sociale, ovvero di favorire la nascita di contesti e strumenti collettivi capaci sia di rendere più efficiente la spesa che di costruire nuovi modelli di coesione sociale basati su scelte collettive che “mutualizzano” i bisogni e ne condividono le soluzioni. Si pensi, ad esempio, alla tendenza in atto oggi nel panorama della mutualità e della cooperazione relativa ad un sempre più marcato orientamento ad organizzare gli attori operanti in ambito sanitario e socio-sanitario, ovvero mutue sanitarie integrative e cooperative sociali (principalmente di tipo A), nonché imprese cooperative (ad esempio, di medici), in progetti intersettoriali in grado di collegare la domanda e l’offerta dei servizi in tali ambiti.
All’interno di questo scenario, il ruolo delle mutue sanitarie integrative, intese come collettori di domanda è un ruolo che rientra in un progetto di responsabilità sociale verso il territorio capace di attivare meccanismi volti alla diffusione di solidarietà intergenerazionale ed equità (Lippi Bruni et al., 2012) (3): attraverso il loro operato si vogliono, in particolare, instaurare e consolidare relazioni con gli altri soggetti dell’economia civile (cooperative, cooperative sociali e organizzazioni di volontariato, per esempio), al fine di produrre processi di filiera dei servizi sanitari e sociali in grado di garantire una prossimità funzionale al bisogno della persona. Nella stessa logica, la cooperazione sociale può organizzarsi per incontrare la domanda di assistenza dei cittadini in maniera diretta e non mediata esclusivamente dall’ente locale, attraverso il dialogo e la collaborazione con le mutue sanitarie integrative e altri soggetti (ad esempio i sindacati) per assumere un ruolo partecipativo capace di coinvolgere ed indirizzare i lavoratori verso progetti di welfare in grado di integrare forme diverse di intervento e di garantire una più agevole sostenibilità, anche intergenerazionale.
Un tale percorso di innovazione sociale, dunque, passa attraverso non una mera attività di collaborazione bensì di co-operazione: un welfare per tutti si costruisce, infatti, non solo attraverso la condivisione da parte dei soggetti che concorrono alla sua realizzazione dei mezzi dei singoli ma anche e soprattutto dei fini perseguiti.

Sara Rago

(1) Venturi, P., Rago, S. (2012), Le politiche sociali nell’era della vulnerabilità, AICCON Short Paper, n. 2, in <http://www.aiccon.it/file/convdoc/politiche_sociali_vulnerabilita.pdf>.
(2) Zamagni, S. (2012), “Lo sviluppo dell’Economia Civile”, in P. Venturi, S. Rago (a cura di), Federalismo fiscale e disuguaglianze territoriali: il ruolo dell’Economia Civile, atti de “Le Giornate di Bertinoro per l’Economia Civile 2011 – XI ed.”, in <http://www.legiornatedibertinoro.it/wp-content/uploads/2014/06/Atti_GdB_2011.pdf>.
(3) Lippi Bruni, M., Rago, S., Ugolini, C. (2012), Il ruolo delle mutue sanitarie integrative. Le società di mutuo soccorso nella costruzione del nuovo welfare di comunità, Bologna, Il Mulino.

 


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